Judo Italiano - La libera informazione - Riflettere fa bene
Le nostre e le vostre riflessioni sul Judo e la sua evoluzione
Se desideri ricevere per email la nostra Rivista, iscriviti alla NewsLetter
イタリア柔道
Cinture Bianche, Gialle, Arancioni, Verdi, Blu, Marroni, Nere e…Grigie
26/04/2015
Rubrica "Detto tra noi" del Maestro Alberto di Francia
a sempre, dal primo giorno che ho incominciato la pratica del Judo, ho sempre vissuto il passaggio di grado delle cinture come una cosa seria vale a dire come quel momento che certifica il grado di apprendimento raggiunto. Il maestro ci raccomandava di seguire e richiedere sempre l’aiuto del compagno che ci precedeva nell’attività anche se superiore di un solo grado (amicizia e mutua prosperità per l’appunto.) Ogni passaggio di grado era preceduto da un serio esame e ci si preparava seriamente non solo per non essere bocciati ma soprattutto per avere la consapevolezza di essere meritevoli del grado da raggiungere. Questo sistema di pura meritocrazia stimolava il nostro orgoglio ci faceva amare la disciplina che sentivamo nostra in ogni sua parte e ci permetteva di comprendere l’importanza del colore della cintura. Si guardava sempre con ammirazione e spirito di emulazione coloro che raggiungevano il grado di cintura nera. Già da allora la cintura nera, non importa il dan, veniva chiamato maestro perchè avevamo la consapevolezza che il suo sapere, il suo insegnamento era quello giusto. La cintura nera era l’obiettivo. La concessione non gratuita (perche si deve fare cassa) e immeritata della cintura nera e dei successivi dan è e rimarrà sempre un grave errore, chi la da la usa spesso come merce di scambio tradendo cosi lo spirito del Judo, chi la riceve non cercherà di migliorarsi consapevole che il percorso progressivo non è stato rispettato, non quello tecnico, non quello agonistico, lo spirito del Judo viene mortificato e l’acquisizione della cintura nera ne esce degradata e a chi la riceve, mancherà irrimediabilmente l’autostima. Il percorso che ne consegue sarà sempre irto di difficoltà, non avrà sufficiente conoscenza sia per entrare nei ruoli arbitrali sia in quelli di insegnante tecnico. La cintura che gli compete non è quella di vari colori ma solo e unicamente quella “GRIGIA”. Mi chiedo spesso cosa riuscirà a trasmettere. Spesso si concede la cintura nera “MOTU PROPRIO” a personalità che in qualche modo hanno reso importanti servizi alla Federazione e al movimento Judoistico ma questo e un caso del tutto diverso, anzi dimostra l’importanza stessa della cintura nera che in questo caso è una onorificenza.
IL RONIN A.D.F.