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uando facevo le superiori negli anni ’70 e mi ritrovavo nelle manifestazioni (che a quei tempi erano all’ordine del giorno, alle femministe che gridavano: “Parità, parità!!”, io rispondevo: “Ma quale parità…siete meglio voi!”. Poi, quella risposta, mi è stata confermata in più e in più occasioni. Da quando iniziai ad insegnare, una volta finita l’Accademia, al giorno d’oggi. Ma in che cosa sono meglio?

Quando insegnavo ai bambini, maschi e femmine, mi accorgevo che, finita la lezione, i bambini (maschi) erano accompagnati negli spogliatoi, nell’ordine: mamma, zia, nonna. Puntualmente si scordavano chi un calzino, chi i pantaloni, chi la felpa e uscivano dopo mezz’ora, tre quarti d’ora. Le femmine andavano negli spogliatoi da sole, uscivano in dieci minuti e lo spogliatoio era lindo. Avevano più capacità di organizzazione.

Quando si trattava di combattimento, allora, era un disastro. Combattevano ma non volevano perdere e, per questo, davano tutto il cuore e la mente; andavano all’arrembaggio e non le fermava nessuno. E questo solo per parlavi del judo (che è la cosa che ci interessa).

In questa Olimpiade ho visto la stessa cosa. Avete visto le ragazze come hanno combattuto? Tutte mi sembravano le mie ragazzine, quelle che non si fermavano mai! Tutte, dalla prima all’ultima (si fa per dire) hanno affrontato le avversarie con il sacro fuoco del judo. Anche se hanno perso hanno messo in guardia le avversarie, come per dir loro, guarda che io sto qui, ci vediamo la prossima volta. È stato stupendo vederle combattere cosi.

Loro, dopo la gara, hanno ripulito lo spogliatoio e si sono portate via
2 medaglie di bronzo e un quinto posto. 

Brave.