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Maestri & Maestri
di Gennaro Lippiello (estratto dall’ articolo completo)
Articolo 123

Maestri & Maestri

di Gennaro Lippiello (estratto dall’ articolo completo)


15/11/2020


M

aestro è colui che usa la disciplina o la sua arte come strumento formativo per trasmettere i valori in cui egli crede. Questi valori non sono necessariamente quelli orientali, del judo, delle arti marziali, ecc… ma quelli universali che non appartengono ad una sola disciplina, bensì alla cultura dalla quale, nell’arco dei secoli, l’uomo li ha attinti, selezionati e riconosciuti come tali. Ogni Maestro, in funzione del suo livello culturale, trasmette ciò che ha. Nessun brevetto di nessuna Federazione può sancire la valenza di questo termine. Pertanto non contempliamo corsi o esami per… Maestri; almeno che questi non s’intendano in termini convenzionali, di distinzione tra insegnanti tecnici più o meno esperti nel campo. Se nel corso degli anni ci si è preparati, approfondendo temi universali, allora si ha ancor più titolo per cimentarsi in questo delicato ruolo. Senza l’intento di trasmettere valori formativi mediante la propria disciplina si rimane, seppur conseguendo risultati di livello mondiale, un buon allenatore o un ottimo istruttore, non di più Il Maestro è ben altro, egli non appartiene al judo, al tennis o allo sci; il suo ruolo supera il mezzo che egli usa per raggiungere quel fine. Lo stesso J. Kano usava il judo per trasmettere quella flessibilità, soprattutto mentale, da tradurre in stile di vita, abbinata a tutti quei valori di mutua prosperità che oggi denominiamo di condivisione e ad altri di lealtà, rispetto per gli altri, compostezza nell’atteggiamento, ecc. che egli egregiamente divulgava. Nei suoi quaderni ebbe a dire una volta: “Con i vostri allievi non vi accanite troppo sulle tecniche… altrimenti formerete solo dei tecnici e non degli uomini”. Questo è un preciso messaggio che sancisce il ruolo del Maestro, che si discosta non poco da quello dell’allenatore o dell’istruttore cui prima facevamo cenno. Egli deve “coltivare il talento”, come accennava sapientemente Bruno Giovannini in un precedente articolo. L’educazione, derivante dal latino nel termine educere, che vuol dire: Tirar fuori… presuppone che certi valori siano già insiti nell’uomo, basta solo coltivarli. Dobbiamo comportarci come l’artista quando scolpisce la sua statua della tigre: Elimina tutto ciò che non somiglia alla tigre. E così fece Michelangelo quando col suo scalpello – riportiamo qui appresso le sue precise parole - “Liberò La Pietà dal marmo che la ricopriva”.

 

Continua a leggere ARTICOLO COMPLETO di G. Lippiello sulla rivista ED. NOV. 2020

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