I sondaggi non ci azzeccano mai,
per fortuna che c’è Martin Luther King
24/04/2024
di Pino Morelli
Dobbiamo imparare a vivere insieme come judoka o periremo insieme come stolti
uanto vorrei fare un sondaggio per sapere cosa ne pensa il popolo del judo, rispetto al nuovo presidente che verrà. Per 18 lunghi anni siamo stati gestiti da uno Shogun che aveva vassalli in tutte le regioni. Poi c’è stato un periodo di cambiamento durato 8 anni e adesso ci siamo, quest’anno è la resa dei conti. Da questo punto in poi sono curioso di vedere le coalizioni che scenderanno in campo, gli schieramenti tattici, le deleghe che voleranno via per passare da una parte all’altra.
Io non ho punti, per cui, neanche la delega per far felice uno schieramento particolare invece che altri. Però mi stupisco come si pensi alle deleghe e non ha i contenuti. Mi spiego meglio. Se voglio votare un candidato devo sentire il suo programma: come vuole cambiare le cose, qual è la via da seguire per il judo. Invidiamo tanto i francesi per i loro numeri ma i “numeri” si fanno mettendo in pratica le idee, snocciolando i programmi. E, poi, adesso che tutto il judo è in rapporto con l’Europa e con il Mondo intero chi sarà il nostro “Front Manager”, come dicono bene quelli più acculturati di me?
Io che ho dimenticato il mio inglese dirò, il capo dell’Azienda Judo, quello che ci rappresenterà in contesti Europei e Mondiali. Questo dovrà essere sostenuto da una squadra di veri professionisti ma, ancor prima, dovrà mettere ordine in casa propria. Legiferare per non incorrere in vecchi errori.
Ecco, io vorrei questo per il judo italiano, perché amo il judo e vorrei che i numeri fossero di più di quelli della Francia, tanto per dirne una. E questo si fa in un’unica maniera: non dividendosi per pensare agli affari personali. Il judo deve avere un’unica bandiera ma, credo, che tutti i judoka la pensino così. Anche perché, parafrasando Martin Luther King: “Dobbiamo imparare a vivere insieme come judoka o periremo insieme come stolti”