Judo Italiano - La libera informazione - Editoriale di P. Morelli

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イタリア柔道


Editoriale
Vorrei fare CHIAREZZA
Articolo 90

Vorrei fare CHIAREZZA


13/08/2015


I

n questi due giorni, come Judo italiano, non ho fatto altro che rispondere in privato e sui post a molte persone che non avendo assolutamente un’idea su quanto sia accaduto hanno iniziato a inveire contro tutto e tutti. Se la sono presa anche con Judo italiano e con me personalmente. Va bene, ci sta tutto. Sono abituato nel mio lavoro a sentire critiche anche pesanti ed è giusto che si avanzino ma non da persone che non conoscono i fatti e scrivono solo perchè l’emotività e il consenso popolare li porta a diventare protagonisti loro malgrado. Io faccio informazione da molti anni e l’ho sempre fatta con il rispetto verso le persone e i fatti, non parlando mai per sentito dire e non accusando mai nessuno senza sapere le motivazioni precise di scelte e comportamenti. Un mio omonimo (nel cognome) mi ha scritto vergognati, un altro mi ha scritto che Judo italiano è silente, un altro ancora che Judo italiano è allineato al potere per cui non ha il coraggio di dire le cose come stanno. Si, ma è proprio questo il punto, come stanno le cose? Intanto iniziamo dal fatto che Judo italiano è un organo di informazione libero, non percepiamo contributi dalla federazione e dagli sponsor. Ci sosteniamo con il contributo dei nostri lettori e con la vendita/contributo dei gadget che ideiamo. Va aggiunto a questo che io personalmente non sono più iscritto come insegnante tecnico alla federazione da molti anni perchè in disaccordo con il CR del quale non condivido la politica (se mai ne avesse una) ne le scelte disastrose che hanno portato la nostra regione ad essere una delle ultime nel panorama judoistico italiano. Io ho ripreso il giornale per l’amore che ancora, dopo tanti anni, nutro per il judo e con me ci sono un manipolo di persone innamorate come me di questo bellissimo sport. Detto questo possiamo passare all’informazione. L’informazione corretta deve rispondere alle 5 W (in inglese) se una sola di queste domande non è soddisfatta non si può parlare di informazione. L’informazione che ho sempre fatto parte dalla conoscenza dei fatti, dal non prendere parte nella diatriba, del non parlare a caso o di congetture fatte al tavolo del bar. I fatti. Dal 5 luglio, ufficialmente, si conosceva tutto di questa storia. I tecnici erano stati informati delle decisioni prese dal consiglio e del cambio di direzione tecnica come del nuovo assetto della squadra. Di questo ne sono a conoscenza diretta perchè mi sono recato più volte al centro olimpico e le cose erano chiare per tutti. Adesso esce fuori la polemica, ma esce perchè Maddaloni per protesta non parte per Tel Aviv dove c’erano i ragazzi in ritiro che lo aspettavano. Ora, dalle comunicazioni alla non partenza di Maddaloni, probabilmente, sono successe cose che io non conosco e, presumo, molti altri di voi. Come facciamo a parlare di un argomento se non conosciamo i termini della discussione? Vi sembra corretto parlare a vanvera e straparlare accusando chiunque? Vorreste che si facesse così nei vostri confronti? Perchè, vedete, io potrei dire di chi mi ha detto vergognati, che è fuori di testa, che è in cura presso una clinica psichiatrica ecc. La calunnia è facile lanciarla, poi chi è stato calunniato deve dare le prove di quanto non corrisponde alla realtà. Sarebbe un comportamento corretto? Lo apprezzereste? Io non ce l’ho con Morelli per quello che mi ha detto, anzi, continuo a reputarlo un buon judoka per il lavoro che sta svolgendo (seguo FB e tutto ciò che riguarda il judo su altri fogli). Forse si sono esasperati gli animi, in questi ultimi mesi, cercando di creare un clima di rissa che non si fermerà certo a questo episodio. Ma bisogna saper distinguere chi è onesto e chi no. Chi non ha capacità in questo senso stia zitto e ascolti. Qualcosa imparerà.
Chi sa non parla e chi parla non sa
Malcom X

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