Judo Italiano - La libera informazione - Editoriale di P. Morelli
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イタリア柔道

Stelle Cadenti
20/08/2015
o dicono tutti, le stelle cadenti non si sono viste nella notte di San Lorenzo perché solo tre giorni dopo la terra incontra la scia della cometa che ci farà sognare ed esprimere un desiderio che vorremmo che si esaudisse esattamente così come lo abbiamo espresso. Ma non dobbiamo svelarlo a nessuno.
Io le stelle cadenti, questa notte, le ho viste, è vero.
Tre o quattro.
Ho espresso i miei desideri, ma si avvereranno?
In questa notte di stelle cadenti ho ripensato ai ragazzi della nazionale, a quelli che sono partiti ma anche a quelli rimasti a casa, stelle anche loro. Ragazze e ragazzi, la cui abnegazione non si discute e il loro valore neanche. Ho ripensato al Presidente, solo con la sua decisione, solo con il suo peso enorme nel decidere per il bene di una intera federazione senza stare a pensare a mezze misure, a giri di parole. Un uomo solo al comando che decide a malincuore che è necessario voltarsi e guardare avanti ben sapendo che lascerà ragazzi con i quali si è visto tutti i giorni, con i quali ha instaurato un rapporto di fratellanza. Ho ripensato anche a Pino Maddaloni, il giovane leone che non ha voluto cedere un centimetro della sua area di combattimento. Fiero delle sue scelte e della gestione di un gruppo di ragazzi coesi e contenti di condividere il sudore e il dolore, lo sconforto e la malinconia come la gioia di una qualunque medaglia. Ho pensato a Dario Romano che ha saputo dire si pur di rimanere vicino alle sue ragazze con tutto quello che ne consegue. Tutte stelle sole in questo cielo nero dove neanche la luna si azzarda a rischiarare una delle notti più buie della nostra federazione. La nostra federazione, una bandiera lacerata dall’usura, dal nepotismo, dall’incompetenza, dal pressappochismo, dai Dan e dalle qualifiche pagate a suon di deleghe. In questi giorni tutti hanno cercato le colpe e hanno tentato di addossarle a qualcuno senza accorgersi che la colpa di tutto questo è solo nostra. Di una base di judoka frustrati che pur di fregiarsi di un Dan che non gli appartiene è disposta a vendere l’anima. La colpa è nostra che non abbiamo voluto vedere il cambiamento e che adesso che il cambiamento ci appare in tutta la sua crudeltà ci meravigliamo. La colpa di tutto questo è dei judoka come me che non hanno avuto il coraggio di fare scelte diverse, di non percepire che un’altra via era possibile e abbiamo lasciato che tutto scorresse così come ci sembrava che il destino volesse. Non ci siamo preoccupati mai di capire se ciò che stava accadendo, se le cose che non cambiavano, potevano essere un bene o dannose per il judo intero. Ce ne siamo fregati, chiusi nelle nostre piccole palestre, samurai invincibili che non hanno accettato mai il contraddittorio, che non si sono mai lasciati uno spazio per un piccolo ragionevole dubbio. In questa notte di stelle cadenti, forse, cade un tabù, ciò che credevamo impossibile si avvera. La federazione, il suo Presidente, decide che non va più bene e cambia, fregandosene delle medaglie, delle elezioni, dei commenti, cambia perché la sua Nazionale non è quella che vuole per i propri iscritti. Cambia perché vuole un’Italia vincente, non oggi, forse, ma negli anni a venire. Parla di scuola, di unica via. Ogni grande viaggio inizia con un piccolo passo, difficile, grave, che fa male ma, se non si fa, non si intraprende la strada del cambiamento. In questa notte nera le stelle che hanno firmato il cielo stanno cadendo sotto i colpi delle loro convinzioni e dell’incapacità di capire il proprio fallimento. Ma queste stelle cadono nel momento sbagliato e lasciano da sole altre piccole grandi stelle in un cielo solitario e lontano. Come lontani da tutto questo sono i ragazzi delle nostre nazionali che avrebbero bisogno che qualcuno guardasse con più attenzione a quel cielo nel quale brillano. Piccole stelle delle quali mi sento pienamente orgoglioso perchè rappresentano il nostro judo migliore. E io i miei desideri li ho espressi. Ho pensato a Veleno che ha fatto bene a chiudere la sua finestra e a concentrarsi sulla promessa che dovrà mantenere. Che trappola faccia scattare il suo trabocchetto e che Cenerentola lasci le sue scarpine in ogni dove purchè ci conduca a Rio. Che Giulia ritrovi i suoi superpoteri e ci faccia tornare a sognare e che Sosa metta al collo di Iris la sua medaglia lucente. Che i ragazzi siano talmente forti e sereni che al piccolo passo che precede l’hajimeè sentano i nostri cori inneggiare a loro. In questa notte stupenda di stelle cadenti spero che gli intelligenti recedano dalle loro posizioni e i saggi capiscano che rivedere una loro convinzione è un atto di coraggio e non una debolezza. Dopo questa notte dove le stelle hanno segnato il cielo sono convinto che la via sarà più chiara e tutti coloro che hanno parlato a vanvera gettando solo rancore si ritroveranno con la lingua più corta ma con la quale possono ancora chiedere scusa. Domani ci sarà il sole, non credete?