Judo Italiano - La libera informazione - Editoriale di P. Morelli
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イタリア柔道

I Valori dello Sport
31/05/2020
strong>Parliamoci chiaro, in Giappone, prima che arrivasse Jigoro Kano, lo sport non esisteva in quanto disciplina ludica.
C’erano le arti militari; prima di tutte la spada, il tiro con l’arco e poi c’era la lotta a mani nude. E, a noi, c’è rimasto l’appellativo di arte marziale. Ma non è così, per quanto riguarda la lotta, l’arte marziale è, giustamente, il JuJitsu in Giappone.
Ma noi, che facciamo judo, non possiamo essere annoverati nel contesto delle arti marziali; noi pratichiamo una sport che si chiama Judo e che è stato fondato 140 anni fa circa. Credo che si debba smetterla di “vendere” il judo come la disciplina trascendentale che fornirebbe ai genitori una assistenza per educare i figli. Non possiamo e non dobbiamo educare i figli degli altri, prima di tutto perchè abbiamo da educare i nostri di figli e, appunto per questo, l’educazione alla propria prole si dà in famiglia. Noi potremmo essere, tutt’al più educatori sportivi, se sappiamo comportarci con i bambini. Perché, Jigoro Kano, per scrivere quelle due massime si è ispirato guardando allo sport esistente in Occidente.
Kano era un letterato e si era ben introdotto “nell’occidentalizzazione” in tutti i settori della vita; inoltre, il Giappone doveva cambiare la propria società, allora, si garantì la scuola obbligatoria e anche il servizio militare perchè tutto il popolo si riconoscessa sotto un unica bandiera e Kano venne in aiuto, a questo rivoluzione sociale, inventandosi il judo, il primo e unico sport del Sol Levante.
Assunto questo, si può dire che mal fanno quei Maestri che prediligono e pensano d’insegnare ai ragazzi qualsiasi tipo di educazione come fossero i portatori del verbo. Nello sport, in genere, sono insite tutte le cose che diciamo noi, non una di meno. Pallavolo, rugby, scherma, equitazione, ginnastica, nuoto e anche il calcio, quello puro, che non ci fa assistere, ogni domenica, a degli spettacoli che, a voler essere buoni, li possiamo definire sconcertanti. Noi del judo non siamo portatori del verbo e non sappiamo niente dalla filosofia zen, shintoista o buddista; siamo e rimarremmo sempre operatori sportivi. Per cui non ci disperiamo se i ragazzi non contano in giapponese; non dobbiamo essere stupiti per come mettono le ciabatte vicino al tatami (semmai dovremmo essere stupiti se non portano le ciabatte).
Insomma, non dobbiamo caricare di formalità il nostro sport altrimenti rischiamo di farlo affondare.
Il judo si è rinnovato, purtroppo o per fortuna, bisogna rinnovare anche il nostro stato da insegnanti tecnici.
Però i bambini devono imparare a far bene judo. Bisogna dargli attenzione e gli si devono spiegare più volte le cose.
Ma ci siamo posti mai la domanda: se siamo noi che non spieghiamo bene?
Però ci preoccupiamo se non mettono bene le ciabatte quando entrano sul tatami.
La forma, se usata male, è come la “carte bianca” di Totò...Ci si pulisca il ....
Pino Morelli