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span id="fbPhotoSnowliftCaption" class="fbPhotosPhotoCaption" tabindex="0" data-ft="{">Se devo ricordare una cosa di questa giornata, una sola cosa, oltre al boato pazzesco che è uscito fuori dopo il verdetto della finale, dopo il sorriso di Odette, dopo aver visto il team della nazionale in riga per rendere omaggio alla campionessa, dopo aver ascoltato il lunghissimo applauso quando è salita sul podio, dopo aver ascoltato l’inno e aver visto come lo ha cantato, con la mano e il sorriso sul cuore, ricordo un gesto. Ricordo il gesto dell’arbitro quando decreta la vittoria per "Veleno". Alza la mano, distende il braccio e con la mano tesa indica la campionessa. Lei, l’unica e la più amata. Con un gesto sacro, in silenzio, dice a tutti, senza profferire parola, "Gente, la campionessa è lei". Senza parole, indicando solo la sua presenza, e a lei si sono inchinate le sue avversarie riconoscendole le forza, la determinazione, la sopportazione di un destino crudele, la speranza di una promessa fatta, il sogno. Perchè lei il sogno ce l’ha. Ma non ne parliamo adesso. Brava Veleno.