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A “Bocce Ferme”
Articolo 136

A “Bocce Ferme”


24/03/2021

di G. Morelli



Scontri nella politica federale. Chi resta e chi aspetta.

L

a frase “A bocce ferme” è un indicativo dei miei vecchi (la generazione che ha preceduto la mia) per dire, sostanzialmente: “Adesso che tutto è successo si può parlare delle cose positive e negative riguardo l’argomento”.

Non ci fu mai frase più azzeccata per: ragionarci con calma.

Prima di tutto voglio fare i complimenti per la diretta video della 41° Assemblea della FIJLKAM, è stata eccellente sia come diretta sia com’è stata organizzata. Anche le hostess che tenevano la platea sono state impeccabili, meno gli ospiti che avevano un problema a capire gli appelli delle due ragazze a stare seduti, a non lasciare il posto assegnatogli e a far silenzio quando parlavano coloro i quali si erano registrati per parlare a fine dichiarazione dei due candidati.

Il Presidente uscente apre i lavori nominando il presidente di Assemblea, “niente popò dimeno” che Sergio D’Antoni, noto sindacalista, politico e Dirigente Sportivo.
Prosegue illustrando questi 4 anni passati, non soffermandosi tanto su i risultati acquisiti perché, chi non è in malafede, sa quello che interessa a Falcone: parlare di programmi. Dopo questa breve introduzione è arrivato il Presidente del CONI Malagò con il suo saluto all’Assemblea e che ha citato la nostra federazione come tra le sue favorite anche, perché, è una federazione con le sue molteplici sfaccettature, più “vecchia” del CONI stesso. Ha citato le innumerevoli medaglie che abbiamo preso soffermandosi sulla 200ntesima medaglia, quella di Fabio Basile a Rio, ma si è dimenticato del primo medagliato nel judo a Montreal, così come gli ha fatto notare Mariani quando è stato il suo turno a parlare.
Dopo il Presidente uscente è stato aperto il dibattito per chi ha voluto parlare circa dell’introduzione di Falcone.

Ecco, a noi interessa questa parte qui che è la chiave di volta di tutta l’assemblea.

Dopo tre o quattro interventi tutti indicanti il programma è stato il turno di Bernardo Centracchio. Centracchio, consigliere uscente, si è scagliato contro Falcone accusandolo di aver preso e, dunque, tolto alle casse della FIJLKAM, 140mila euro l’anno.

La sua è stata un’invettiva piuttosto pesante che non è piaciuta a molti, presuppongo, anche a quelli che erano dalla parte di Felice Mariani. Con il suo intervento ha scatenato il putiferio; gli interventi dopo di lui sono stati tutti a favore di Falcone e, giustamente, hanno gridato (è proprio il caso di dirlo) che se si ha l’impressione che una persona si stia prendendo quello che non è suo c’è sempre la Procura della Repubblica per poter fare una denuncia dettagliata. E, Centracchio, che era consigliere nel precedente consiglio, avrebbe avuto tutte le carte in regola per procedere visto che sapeva, da vicino, come “funzionava” il consiglio e il presidente.

L’assemblea di fatto potrebbe finire qui con tanti ringraziamenti del Presidente Falcone per questa uscita di Centracchio.
Quello che non avremmo mai voluto era successo: il judo si stava spaccando definitivamente. Vorrei dire ancora qualcosa su Centracchio. Ha un carattere forte, si butta nella mischia senza pen-sare e abbatte il suo nemico con fendenti che fa-rebbero saltare anche un mammut, ma quello che ha detto non è roba del suo solo sacco. Bernardo è stato messo su, perché è partito troppo sparato, quasi un assalto alla baionetta che deve spazzare via le trincee e dopo di lui vengono i generali a fare i discorsi.
Mi sbaglierò ma per me Bernardo Centracchio è stato l’avamposto che si doveva sacrificare e, lui, che è un cuor di leone, ha detto: obbedisco! Mi spiace veramente.
Dicevamo, che l’Assemblea poteva finire così invece c’è stato un altro errore che non mi sarei mai aspettato, specialmente da chi ha fatto della politica una sua ragione di vita. Nel suo intervento Mariani ha detto ... continua a leggere

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