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Il programma di chi è vissuto in campo.
Articolo 135

Il programma di chi è vissuto in campo.


23/02/2021

Intervista a Felice Mariani.



E’ la sua la prima medaglia Olimpica della storia del judo italiano e grazie a quel successo, dopo il Maestro Nicola Tempesta – Oro all’Europeo, siamo entrati a far parte del judo Internazionale e non ne siamo più usciti.

di P.Morelli

D

i lui si sa tutto e certo, non svelerò segreti ma Felice Mariani è stato, per me, il primo Campione del judo.
Tanti mi odieranno per questo adducendo che il primo Campione di judo è stato il Maestro Nicola Tempesta; è vero però Mariani ha aperto la porta del judo Olimpico, ha precorso i tempi, è stato d’esempio a molti judoka che vedevano in lui il volto della riscossa, soprattutto, sui francesi.
Mariani è stato la spina del fianco dei nostri cugini d’oltralpe. E ogni volta che sentivamo di un suo successo festeggiavamo come si farebbe, normalmente, per una partita di calcio della nazionale, ma qui, era uno contro il mondo. Felice ha dimostrato di saperci fare come atleta, saper essere un buon allenatore delle Fiamme Gialle e poi della Nazionale Italiana e un Direttore Tecnico coi fiocchi visto quante e quali medaglie ha conquistato in questo ruolo.
Adesso si è dedicato alla politica ed è presente ogni qual volta viene chiamato perché lui è un judoka e non si tira indietro.
Nel suo sacco ci sono le qualità manageriali che gli sono servite a essere quello che ora è; un personaggio che continua a buttarsi nelle sfide, sapendo di avere le qualità per affrontarle. Sempre sorridente e pronto alla battuta però, quando bisogna fare sul serio, si incipisce, corruga gli occhi e si dà da fare.
È come si preparasse ad un combattimento. Felice si ferma a parlare con tutti quelli che lo fermano perché è curioso, vuole sapere e questa curiosità l’ha portato a essersi candidato come Presidente della FIJLKAM e ha raggiunto, anzi sorpassato, le 30 deleghe per settore che ci vogliono per candidarsi. Allora parliamo con lui.

 

JI: Sig. Mariani, leggendo il suo programma mi ha stupito come ha messo, al primo punto, impro-rogabilmente, penso, lo Statuto Federale. È così grave questo documento?

Mariani: Il documento è grave perché poco de-mocratico. Statuti come quello della Fijlkam, non Judo Italiano 10esistono in altre federazioni, non sono così restrittive. Basta considerare che solo per candidarsi, il nostro statuto richiede 30 proposte di candidatu-ra per ogni settore e di 5 regioni diverse. Settori come la lotta contano solo 100 società. Per me è gravissimo che un tesserato, dopo aver passa-to tutta la sua vita in federazione non è libero di candidarsi. Attualmente lo stesso sistema, rende matematicamente impossibile la candidatura di più di due candidati.

JI: Continuando a leggere ho letto che vuole ridefinire il ruolo di Presidente, che deve essere un manager e gli lascia solo un ruolo di coordinamento; dobbiamo intendere che vuole scaricare sui tre consigli la responsabilità degli interventi che dovessero fare?

Mariani: No, non si tratta di scaricare la responsabilità ma di autonomia... ogni disciplina è diversa e uno specialista del settore che ne comprende a fondo le problematiche deve essere parte integrante di un progetto evolutivo. Ogni società e associazione ha esigenze simili ma diverse e tutte devono essere valutate per poter fronteggiare al meglio ogni decisione, elaborare un piano strategico che si adatti alle necessità di tutti. È chiaro comunque che il mio ruolo sarà quello di un Presidente attento, attivo, vigile che non si sottrarrà alle proprie responsabilità.

 

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