PeterPan non è solo una favola
24/04/2024
di Pino Morelli
Ce ne sono tante di cose da dire.
uesto è un anno denso di argomenti da trattare. E’ chiaro, l’anno judoistico finisce con l’Olimpiade, ma molti sono gli argomenti da trattare in casa nostra. A parte i tornei vari, le varie manifestazione che si susseguono e sono le più gradite perché fanno parlare di judo. Ma dopo questo? C’è il rinnovo della cariche federali, non credo che ve ne siate dimenticati. Finisce un’era e ne comincia un altra, speriamo, più felice per il judo. Non parlo delle nostre nazionali, quelle vanno bene e l’Italia è uno dei paesi più rispettati nel mondo del judo grazie alle donne e agli uomini che fanno parte della nostra nazionale. Sto parlando del judo casalingo.Ci sono molte cose da aggiustare molte delle quali abbisognano di un ritocchino mentre per le altre ci vuole calma, riflessione, ragionamento e poi, pian piano dovrebbe iniziare la rivoluzione. Ma credo non farà morti e feriti, ma solo delusi e, speriamo, che ci sarà un taglio rispetto alla cinture “arlecchino”. Io, veramente, rispetto tutti e, come vi ho già detto, dalle pagine di questo foglio, mi ritengo ignorante in questa materia, del judo intendo, però un po’ di judo l’ho visto in questi 59 anni che sono sul tatami e, anche, mi ricordo (stranamente) le facce e il loro breve tragitto. Quello che non si capisce è la corsa al Dan invece che alla sapienza. Diffidate di chi vi offre qualcosa, sudatevele le vostre conquiste e nessuno ve le potrà togliere perché solo voi sapete quanto avete tribolato per averle. E nessuno, anche se farà i vostri stessi passi, ci riuscirà a togliervele, perché voi ci avete messo le mani, l’intelletto e solo voi avete piegato le gambe in quel modo e avrete accettato la sconfitta sapendo che stavate sulla strada giusta.
Ripeto quello che diceva Luciano Di Palma, perché in questo momento ci sta proprio bene: “Ah Capocciò, il tatami non mente!”.
E allora chi è che potremmo far salire sul tatami del judo italiano sapendo che non può assolutamente mentirci?
Ai posteri l’ardua sentenza.