Se tutti i ragazzi praticassero judo il mondo sarebbe un posto migliore.
Non era questo lo slogan che imperava nel nostro sport qualche tempo fa?
Io lo trovo giusto perché noi siamo educati, rispettosi, leali (o almeno dovremmo esserlo) c’è qualcuno che non è d’accordo?
Se tutti i ragazzi dovessero praticare il judo allora tutti i judoka dovrebbero fare le gare master. Perché, diciamocela tutta, noi con quell’abitino indosso, a piedi scalzi, facendo la lotta giapponese non siamo mai cresciuti. Siamo rimasti quei bambini che molti anni fa sa- limmo su un tatami e abbiamo visto che il nostro mondo non è cambiato per niente. Può darsi che sia cambiato il pavimento, più moderno, ma la nostra casa è sempre la stessa. E siamo lì, in una classe mista per età e per generi e non ci pensiamo minimamente a cambiare; siamo dei Peter Pan che hanno costantemente voglia di confrontarsi, di giocare alla lotta impegnandosi sempre di più per studiare nuove tecniche che ci facciano vincere al gioco infinito che si chiama judo. Appunto per questo non dobbiamo perdere la voglia di giocare, di metterci in gioco, di sfidare le sorti o il tempo; proprio per questo è opportuno che il gioco continui a dispetto dell’età, soprattutto, e dei malanni fisici, perché la nostra giovinezza passa attraverso questa pratica. Come dei supereroi quando ci mettiamo il nostro costume, declinato dall’antico vestiario dei samurai, siamo immersi in un’aurea magica e diventiamo un altra persona, però non bisogna mai montarsi la testa Allora il judo dovrebbe guidarci verso la nostra infinita giovinezza, far da supporto per spingerci ancora un poco di più, lungo l’età, come un fiume lento e inesorabile. Finché ci si rialza nessuno può batterci, figurarsi il tempo. Perché non rivivere lo stato d’ansia positiva prima del combattimento, perché non fare il giusto calo peso, la giusta preparazione atletica; sono, se ci pensate bene, dei com- portamenti e dei ragionamenti che non permettono al tempo di passare, che ci lasciano, in definitiva, sempre giovani ma bisogna stare attenti a non mettersi a parlare come dei giovani con quell’aria sapiente di chi non sa proprio niente. Ora, se tutti i bambini dovrebbero fare judo i judoka dovrebbero mettersi più in gioco e non prendersi troppo sul serio discutendo di come allacciare la cintura o di qual’ è il judogi migliore per affrontare una gara o peggio ancora, disquisire circa la psicologia del bambino che sceglie di fare judo. Il rispetto dei ruoli è fondamentale in una società moderna e l’insegnante di judo deve saper insegnare judo “a regola d’arte” e basta.
Torniamo a giocare con i nostri ragazzini.
Non vi preoccupate non c’è bisogno di fare le gare master a tutti i costi però, quando parlate e parlate, c’è solo un modo di farvi azzittire, provare il tatami, perché, ricordatevi, il tatami non mente!
Buon divertimento ai vecchi ragazzini che siamo.